Questo compito ha lo scopo di abbattere le metacredenze negative circa l’incontrollabilità del rimuginio e, di conseguenza, di aumentare la percezione di agency sui propri stati mentali.
Inoltre, insegniamo ai pazienti una modalità funzionale di regolazione dello stato mentale che potranno applicare autonomamente quando sarà necessario.
Il worry è di solito la reiterazione di frasi, espresse verbalmente, con scarsa immaginazione, contrassegnato da preoccupazione (Borkovec, Robinson,Pruzinsky et al., 1983). Semplificando al massimo, possiamo dire che è worry la ripetizione di frasi che iniziano ogni volta con locuzioni come: “Oddio, e se..?”.
Il worry interpersonale riguarda il ricevere una critica, l’essere umiliato in pubblico, il ricevere un rifiuto, l’essere tradito e via dicendo.

Si possono prescrivere diversi homework per combattere il rimuginio: per esempio, si può posporre il rimuginio (Brosschot, Van der Doef,2006) e stabilire un “worry time”, cioè un periodo di preoccupazione limitato (Taylor, Asmundson,2004). In seduta, invece, è importante guidare il paziente a modulare il worry dopo averlo intenzionalmente attivato. La procedura è definita dai seguenti quattro passi.
- Il terapeuta chiede al paziente di parlare delle sue preoccupazioni, esattamente come fa quando si trova da solo. Lo invita a valutare, su una scala da 0 a 100, l’intensità di emozione che via via sperimenta.
- Quando il paziente giunge al livello 50, il terapeuta lo invita a lasciar andare i pensieri e a concentrarsi su stimoli esterni e corporei scelti in precedenza, come quelli provenienti da rumori, mani,piedi,respiro e via dicendo. Si chiede al paziente se gli riesce e di segnalare quando sente la testa libera o quando la sensazione somatica legata all’emozione scende a un livello inferiore a 10.
- Il terapeuta invita il paziente a rimuginare da capo,ma questa volta con un’indicazione nuova: “Vorrei che, mentre rimugina parlandomi di ciò che la preoccupa, lei tenesse ferma una parte della sua attenzione sulle sensazioni che provengono dalle mani. Vorrei che facesse entrambe le cose- rimuginare e tenere a mente le mani-contemporaneamente, anche se all’inizio potrà sembrarle un pò strano”. Dopo un pò, il terapeuta verifica il livello di emotività raggiunto dal paziente.
- Terapeuta e paziente condividono e sottolineano la capacità del paziente di limitare la proliferazione del rimuginio.
Tratto da : “Corpo,immaginazione e cambiamento” G.Dimaggio,