Nei punti più bassi della nostra vita, la presenza e le cure di una persona a noi cara può cambiarci la vita.
Il dolore o una perdita può essere più o meno reale, ma possiamo soffrire meno se sappiamo di non essere soli.
Alcuni ricercatori psicologi hanno iniziato a fare ricerche sulla scienza della compassione ma cos’è? Quali sono i benefici?
- La nostra sofferenza viene riconosciuta ed accettata.
La compassione inizia quando riusciamo a vedere il dolore di qualcun’altro piuttosto che distogliere lo sguardo,negare il dolore o scegliere di ignorarlo, riconosciamo l’esperienza della persona , questa accettazione permette di farci sentire meno soli in una eventuale nostra sofferenza.
2. Capiamo la sofferenza in generale.
Parte della compassione è sapere ad un certo punto che chiunque soffre. In questo modo il dolore è più accettato. Difatti il dolore è comune ed è un’esperienza imprescindibile dell’esperienza umana. Capire questo ci permette di essere ulteriormente legati all’esperienza dolorosa degli altri e riconoscere che l’esperienza dolorosa fa parte dell’esistenza.
3. C’è una risposta emotiva alla nostra sofferenza.
La compassione non è sapere semplicemente che un’altra persona soffre; c’è una componente emozionale, ” uno stare con”, come suggerisce l’etimologia della compassione. E’ confortante sentire il cuore di un’altra persona che si rivolge a noi.
4. La compassione richiede di tollerare sentimenti spiacevoli.
Sebbene ci siano dei benefici nell’essere compassionevoli non è sempre semplice esserlo. Stare emotivamente nel dolore altrui attiva la nostra risposta allo stress (lotta, fuga o congelamento). Ci vuole del lavoro emotivo per stare con il dolore di una persona piuttosto che fuggire o cercare di negarlo in qualche modo ( ad esempio incolpando la persona per la sua angoscia ). Quando vediamo che una persona riesce a stare con il nostro dolore, siamo più capaci di sopportare il nostro stesso disagio.
5. Si è motivati ad alleviare la nostra sofferenza.
La compassione coinvolge i sentimenti ma non solo questi, infatti molto probabilmente non sentiremmo la stessa compassione da qualcuno che si mostra triste per noi ma è incapace di aiutarci. Quando rispondiamo con compassione siamo motivati a farlo. Di conseguenza la compassione di un’altra persona può migliorare la nostra situazione e possiamo sentirci meglio già solo sapendo che qualcuno sta cercando di aiutarci.
La cosa interessante è che l’essere compassionevoli verso se stessi e gli altri si può incrementare.
Nel prossimo articolo descriverò come alcune pratiche possono favorire l’incremento di quest’ultima.