Il bullismo è un fenomeno quotidiano nelle scuole, ma è ampiamente frainteso. Ecco alcune cose che probabilmente non sai a riguardo.
- Il bullismo non è una birbonata da ragazzi: è un tentativo deliberato e ripetuto di causare danni ad altri che sono in una condizione di inferiorità fisica e/o psicologica.
- All’età di 8 anni, i bambini iniziano a capire chi ha potere e status sociale e si posizionano nei social network, è qui che possono iniziare a sperimentare il loro potere.
- I bulli si impegnano in un “processo di ricerca” per cercare bambini più giovani, più piccoli fisicamente e deboli. I bambini che diventano vittime sono spesso sottomessi anche prima di essere presi di mira.
- Molti studi dimostrano che ambienti domestici severamente punitivi possono formare i bambini a diventare estremamente aggressivi e disregolati dal punto di vista emotivo.
- Altri studi mostrano come i bulli difettano di comportamenti prosociali, non sono turbati dall’ansia e non comprendono i sentimenti degli altri. In genere si vedono abbastanza positivamente.
- I bulli cronici hanno relazioni tese e molti conflitti con genitori e coetanei e sostanzialmente poca fiducia nelle persone.
- I bulli ottengono ciò che vogliono nel breve termine masoffrono nel lungo, poichè l’aggressività riduce la loro desiderabilità sociale e sono soggetti ad associarsi con altri bambini devianti.
- I bambini vittime di bullismo molto spesso andranno a sviluppare problemi di salute mentale, in particolare ansia e depressione.
- I bulli possono essere si popolari poichè sono socialmente dominanti, ma ai loro coetanei non piacciono per davvero, Schwartz definisce questo fenomeno ” il prezzo alto da pagare dello status”
- Il bullo si nutre dei feedback positivi del gruppo che lo segue nei suoi atti. Ignorarlo è sicuramente un modo efficace per non rinforzare il suo comportamento.
7 miti sui bulli
Mito: I bulli cercano potere perchè si sentono impotenti
I bulli usano l’aggressività in modo calcolato e dominante per ottenere ciò che vogliono, e spesso funziona. Difatti molti bambini sperimentano tattiche di potere ma di solito le abbandonano nell’adolescenza.
Mito: I bambini che diventano bulli sono stati precedentemente bullizzati
Gli studi a lungo termine su bambini molto piccoli che hanno subito abusi in età prescolare dimostrano che diventano vittime e non bulli.
Mito: Il bullismo è un problema delle scuole
E’ un problema sociale, la scuola è solamente il luogo dove accade più frequentemente poichè è li che si riuniscono i bambini, gli adulti modellano il tono dei comportamenti futuri dei bambini, mentre non sono state individuate variabili scolastiche che prevedano chi è più a rischio di bullismo.
Mito: Il modo migliore per gestire un bullo è reagire
Lo scontro fisico è il modo peggiore di reagire, difatti incoraggia i bulli a continuare. L’assertività sociale è meglio. Andare via lo è ancora di più
Mito: I bulli superano il bullismo.
Alcuni ci riescono, molteplici fattori influiscono sul suo perpretarsi. La realtà però è che molti bulli trascinano i propri comportamenti con sé nell’età adulta, difatti manifestano più comportamenti abusanti e aggressivi nei loro incontri amorosi. Una costante presente è l’aggressività.
Mito: Il cyberbullismo è un fenomeno completamente nuovo
Il cyberbullismo è un’estensione delle dinamiche locali dei gruppi dei pari. Gli stessi bambini che sono vittime di bullismo a scuola sono vittime di bullismo su internet.
Mito: Tutti sono a rischio di cyberbullismo
I bambini più a rischio sono quelli che usano internet come mezzo di comunicazione principale, potrebbero infatti fare affidamento unicamente ad internet quando si sentono isolati socialmente