Il senso di colpa
Cos’è la colpa? La parola colpa ha un’etimologia incerta in latino “culpa”
- Attribuzione a qualsiasi agente umano,naturale, tecnico o soprannaturale della causa di un male.
Ad esempio è stata colpa del terremoto, del diavolo, dell’ambizione, del traffico…
Ci sono diversi tipi di colpa: legale o sociale, morale o religiosa, psicologica ( sentimento), “senso di colpa”, intenzionalità.
Il senso di colpa fa riferimento a doveri mancati o ad azioni dannose, alla base di esso si trova il fallimento nell’adempimento degli obblighi morali. Il senso di colpa si trova impresso nella coscienza morale e si manifesta come ansietà psicologica che può risultare in diversi sintomi.
Esso ha una funziona prosociale . rivolta a riparare il male o ad evitare la sua ulteriore attuazione. Può diventare rammarico davanti ad un danno di un’altra persona o può diventare vergogna se si ha un’immagine avvilità di se stessi.
Da dove nasce il senso di colpa?
Il senso di colpa nasce dalla consapevolezza di aver danneggiato qualcuno o di aver mancato a qualche obbligo morale e si accompa a vergogna e pena per tale avvenimento. A questo sentimento si aggiunge anche la possibile paura di un’eventuale punizione. Esso non appare se non è attribuibile la causalità del danno, se si considera giustificato o magari un bene per chi lo subisce.
Così ad esempio l’aborto, l’eutanasia o il cannibalismo possono essere giustificati a seconda delle circostanze e dal criterio morale scelto.
La tragedia delle Ande
Il 13 ottobre 1972 avvenne un incidente aereo sulla Cordigliera delle Ande in cui persero la vita 29 persone, mentre ne sopravvissero 16. Finite le ultime razioni di cibo che erano rimaste in aereo i sopravvissuti decisero di non morire di fame e di cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti, che erano stati sepolti nella neve vicino all’aereo.
Non fu una decisione facile, né immediata. La discussione si protrasse dalla mattina fino al pomeriggio inoltrato, dibattendo tra questioni morali, religiose e laiche, fino a quando alcuni di loro riuscirono a reprimere la ripugnanza e a sormontare un tabù primitivo.
A poco a poco, nelle ore successive quasi tutti accettarono di rompere tale tabù, esclusivamente per spirito di sopravvivenza.
Questo può essere un esempio di come si considera giustificato il danno.
I diversi tipi di colpa
Colpa ontologica : il solo fatto di esistere o di essere nati
Colpa esistenziale: fallimento nella vita
Colpa morale: procurare un danno proprio o altrui
Colpa legale : infrangere una legge (reato)
Colpa nevrotica : autoincriminazione non dovuta di reati non commessi o di danni non inflitti ( colpa ossessiva o depressiva)
Precondizioni per la colpevolezza
Ci sono alcune percondizioni affinchè si presenti la colpevolezza
- VOLONTÀ: rispetto al commettere un reato / all’omettere una azione dovuta
- INTENZIONALITÀ: riferita agli scopi del commettere un reato / omissione di una azione dovuta
- RESPONSABILITÀ: riferita ai gradi di libertà nella partecipazione del commettere un reato / omettere un’azione dovuta
- LEGITTIMITÀ: riferita alla giustificazione della commissione di un reato / omissione di un’azione dovuta
Regolazione della colpevolezza
Ci sono 4 modi per regolare la colpevolezza
La prenomia dove c’è un riconoscimento mancato o negazione della colpa, una proiezione della colpa agli altri o alla sfortuna e una vittimizzazione e irresponsabilità di fronte al male.
L’anomia dove come nella precedente c’è un riconoscimento mancato o negazione della colpa e un’attribuzione della colpa agli altri. Di differente c’è la riaffermazione del male e la giustificazione di esso ( un sicario che ammazza 300 persone).
Eteronomica la colpevolezza è governata dall’esterno: rispetto, paura di qualcuno ecc ecc.
Socionomica dove c’è un riconoscimento interpersonale, si presenta contrizione e pentimento e si cerca di riparare al danno.
La colpa del sopravvissuto
Un esempio di colpevolezza socionomica è la colpa del sopravvissuto.
Il senso di colpa del sopravissuto, appare come rammarico per il danno subito da qualche persona prossima, anche se non è possibile individuare nessuna causa attribuibile a noi per azione oppure per omissione:
Bisogna capire cosa succede quando qualcuno si sente in colpa pur non avendo danneggiato direttamente nessuno, o quando la sua azione si potrebbe giustificare pienamente.
In questi casi ci può essere una percezione d’iniquità, oltre ad un sentimento di pena, che ha a che fare con l’ingiustizia o la sfortuna. Perchè l’altro e non io (o, meglio nessuno)?
Questa iniquità potrebbe essere percepita come disuguaglianza dovuta a condizioni di parità molto diversa: lei merita vivere più di me (è molto più giovane, io vissuto già una lunga vita; è più brava di me; sarà molto più utile agli altri o all’umanità; è un mio figlio, dovrei ridargli la vita, ecc.). Ci si può riscontrare anche una mancanza di autostima ontologica.
L’ultima modalità di regolazione della colpa è l’autonoma.
Dove avviene il riconoscimento della colpa insieme alla confessione , c’è la contrizione o la riparazione. Successivo a questi tre fenomeni ci può essere comprensione,accettazione e legittimazione di se stesso o apprendimento e responsabilizzazione.
Tuttò ciò porta al perdono che ci rende liberi dal senso di colpa.
Bibliografia : M. Villegas