Quando ho iniziato a vedere Soul mi sono approcciato al film della Disney con uno scetticismo enorme, lo scetticismo di chi presume di sapere già e di chi si aspetta una roba trita e ritrita già raccontata in più forme.
In realtà dopo 15 minuti mi ero già rimangiato tutto, ho iniziato a sentire una semplicità di racconto e di verità che mi ha coinvolto e rapito.
Sorridevo dentro di me e mi chiedevo come facesse questo film a dare risposte così rapide a domande millenarie:
-Qual è la missione di ogni uomo sulla terra?
-Qual è il senso della vita?
-Qual è lo scopo ultimo di ognuno di noi?
-Perché sono nato?
La ricerca di uno scopo, la soddisfazione personale, la realizzazione del proprio sogno sono tutti temi espressi nel film Disney Pixar, ma diventano via via perimetro di qualcosa di molto più universale: la casualità dell’esistenza.
Nel film ci sono 2 personaggi principali:
Joe Gardner: insegnante di musica in una scuola media e grande jazzista con il sogno di potersi esibire nei migliori locali di New York.
22: l’anima problematica e in crescita che non ha ancora trovato una ragione, una “scintilla” per vivere e catapultarsi nel mondo.
Soul lascia un messaggio importante: siamo tutte anime in cerca di uno scopo, che faccia scattare la nostra scintilla, ma la scintilla non è lo scopo. Quello che sai fare bene (suonare il piano, cantare, giocare a calcio) non è necessariamente quello che ti farà stare bene.
C’è sì una scintilla per tutti ma il senso della vita è altro. Mentre lo cerchiamo questo scopo non è detto che lo troveremo ma questo non significa che tutto il resto sia da buttare; bisogna cogliere il momento, godersi l’attimo, trovare gioia nelle piccole cose, semplicemente vivere.
Joe se ne renderà conto quando finalmente otterrà una parte da musicista sempre desiderata e nonostante ciò si sentirà vuoto e incompleto, come se quella ossessione non lo rendesse veramente felice.
Sarà lo stesso Joe a spiegarlo a 22: “Il tuo scopo non è la scintilla. L’ultima casella (la scintilla) si riempie solo quando sei pronta a vivere.”
Quando siete felici in un dato momento, in un viaggio, ad una cena, con un vostro figlio, con una persona sconosciuta, non avete in testa l’obiettivo di vita, la vocazione per cui siete nati, l’inseguimento del successo, non c’è una meta lì con voi, non c’è alcuno scopo.
State semplicemente vivendo e gioendo per questo, state lì in quel preciso istante ad assaporare quegli attimi respirando a pieni polmoni e godendo di quegli istanti che vi rendono pieni e in armonia. Ed è proprio lì che la vostra anima sorride.
Se non sapete cosa fare della vostra vita, iniziate a sottrarre, non ad aggiungere. Sottraete quello che non vi fa vivere, quello che non vi piace, sottraete, sottraete paura, sottraete respiri affannati, sottraete scontri, sottraete gli unici scopi di vita, se sottraete ci sarà sicuramente spazio per vivere la vita e per innamorarsi delle piccole cose.
Prendiamoci tempo e iniziamo a chiederci ogni santo giorno:
“Stiamo vivendo?”
“Siamo fedeli alla vita?”