Le persone hanno una tendenza a valutarsi globalmente, se la valutazione risulta essere negativa e si attribuisce un valore basso a se stessi tutto ciò può sfociare in depressione o senso di colpa.
Se invece la valutazione globale è riferita agli altri può portare a provare rabbia e disprezzo.
Queste convinzioni sul valore degli esseri umani non possono essere attendibili perchè una persona non può essere giudicata come buona o cattiva, per il fatto che non è possibile essere completamente buoni o completamente cattivi a causa della complessità del genere umano ( Ellis, 1994,2005c).
Si potrebbe invece iniziare a fare valutazioni o giudizi sui comportamenti delle persone senza estendere i loro comportamenti alla totalità della persona.
Affermazioni interne globali e inflessibili sui propri limiti e insuccessi ( per esempio, ” Sono in ritardo con gli studi” ” Sono un fallito perchè ho 30 anni e ancora non mi laureo) generano depressione perchè si basano su una condanna senza appello dell’intera persona in base ad alcune sue specifiche caratteristiche.
Sarebbe più logico e certamente più sano affermare ” Questa volta in questo mese ho studiato poco per questo esame ma questo non fa di me un fallito”
Il punto fondamentale è che le persone dovrebbero giudicare le proprie azioni non se stesse.
Lo stesso se accadesse il contrario :” Ho vinto il premio nobel quindi sono una persona di valore”, forse bisognerebbe dire ” Questa volta , con questo libro scritto e in questo anno ho fatto un eccellente lavoro ma questo non fa di me un genio ”
Scindere le azioni che compiamo o che compiono gli altri siano esse positive o negative dalle valutazioni che facciamo di noi o degli altri aiuta a togliere peso , senso di colpa, rabbia , tristezza. Loro non sono noi e noi non siamo loro.
Gandhi diceva: ” Odia il peccato, ma ama il peccatore.”